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LAIKA

La Blue Tongue

Eziologia
La Febbre Catarrale degli Ovini o “Blue Tongue” è una malattia infettiva non contagiosa, ad andamento stagionale, sostenuta da un virus (BTV) appartenente alla famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, della grandezza di 60 – 80 nm. Sono noti 24 sierotipi diversi, tra cui la peste equina, la malattia emorragica epizootica dei ruminanti selvatici. Non danno cross reazione, ad eccezione del virus della Blue Tongue e quello dalla malattia emorragica epizootica dei ruminanti selvatici.
È un virus nudo, a RNA bicatenario, con struttura icosaedrica. È dotato di attività emoagglutinante; Il virus codifica 10 proteine:
  -    7 strutturali;
  -   3 non strutturali.
Le proteine che stanno dentro il core sono: VP1, VP6, VP4.
Le proteine esterne al core sono: VP7 (uguale in tutti i sierotipi della Blue Tongue); la VP2 è la più soggetta a cambiamenti ed è proprio questa a determinare il sierotipo del virus; è presente sul capside esterno insieme alla VP5.
 La VP7 è la proteina che determina il sierogruppo. La VP2 (la più esterna) è quella che determina il sierotipo della Blue Tongue.
I 24 sierotipi sono immunologicamente distinti, vi è però spesso una cross-reazione tra sierotipo 4 e 9. quindi gli animali vaccinati per il sierotipo 4 potrebbero essere parzialmente protetti verso il sierotipo 9 come infezione.
Il virus non resiste al congelamento (-20 °C); resiste invece bene a -80 °C. Viene inattivato da ipoclorito di sodio e semplici disinfettanti.

Epidemiologia
La diffusione di questa malattia, strettamente legata alla presenza dell’insetto vettore e quindi alle condizioni climatico-ambientali, è in genere compresa tra il parallelo 35S ed il 40N.
Attualmente è presente in Australia, America, sud-est Asiatico ed Africa dove è endemica.
La diffusione di questa malattia, strettamente legata alla presenza dell’insetto vettore e quindi a determinate  condizioni climatico-ambientali, è in genere compresa tra il parallelo 35S ed il 40N.
Per quanto concerne l’Europa e l’area Mediterranea, la diffusione dei vari sierotipi è la seguente: Italia (Sardegna, Sicilia e Calabria), Francia (Corsica), Spagna (Isole Baleari), Bulgaria, Grecia, Tunisia, Algeria, Turchia, Medio Oriente.

Patogenesi
Il virus colpisce i ruminanti domestici e selvatici e viene trasmesso attraverso la puntura di insetti appartenente al genere Culicoides. Più raramente la malattia si trasmette attraverso l’accoppiamento, con l’utilizzo di seme infetto o mediante embryo-transfert.
Il virus replica inizialmente nei linfonodi regionali, raggiunge quindi le cellule bersaglio primario, rappresentate dagli endoteli vasali. Segue la viremia che ha una durata variabile in relazione alla specie colpita (20 giorni circa nell’ovino, 2 – 3 fino a 6 mesi nel bovino). Dopo la trasmissione da parte dell’insetto, il periodo d’incubazione è di circa 7 gg (range 4-20). L’ovino è la specie più sensibile e quella che manifesta clinicamente la malattia.
Ovini: morbilità 15-20%, mortalità 2-3%.
Caprini: bassa morbilità e mortalità.
Bovini: occasionalmente con forme lievi.
Altri ruminanti: è per lo più in apparente, salvo in alcune specie di cervi dell’America.

Sintomatologia  
In genere la malattia si manifesta solo negli ovini. La gravità dei sintomi è in relazione con il sierotipo virale in causa e con la razza di appartenenza dell’animale. Dopo un periodo di incubazione di circa 7 gg, il soggetto presenta  abbattimento ed inappetenza, febbre elevata che dura in media 7 gg, scolo oculare e nasale muco-catarrale a volte con componente emorragica, erosioni ed iperemia sul musello e cavità orale, scialorrea, edemi delle labbra, spazio intermandibolare, retroculare, retrorbitale e della punta del petto. A volte si può apprezzare un’intensa colorazione bluastra (cianosi) con edema della lingua.   
L’edema del faringe può causare polmonite “ab-ingestis”. Può esser presente diarrea emorragica.
Sulle zone glabre della cute si possono apprezzare iperemia diffusa e lesioni emorragiche. A causa della fragilità endoteliale, anche piccoli traumatismi possono causare emorragie cutanee. Più tardivamente si possono manifestare zoppia e difficoltà locomotorie in seguito a lesioni muscolari (anche torcicollo) e a lesioni al cercine coronario  spesso sede di una “linea emorragica” ben evidente.   
Sono possibili casi di aborto e nascita di agnelli disvitali con malformazioni scheletriche ed al SNC.
Malattia clinica negli ovini:
Forma classica: è presente la febbre che dura dai 6-8 gg fino a 42 °C. l’animale appare depresso, inappetente, perde peso. Il virus agisce sull’endotelio dei vasi. Le lesioni vanno da edema → emorragia. L’edema è presente soprattutto sulla faccia.
Si chiama: febbre catarrale, perchè vi è scolo nasale catarrale con formazioni di croste, zoppia, diarrea emorragica poco prima della morte.
Aborto: il virus vaccinale è in grado di passare la barriera placentare, mentre il virus da campo no. Il virus determina malformazioni e fenomeni di idrocefalo in feti presenti in femmine vaccinate nel 1° terzo di gravidanza.
Forma cronica: morte per deperimento o per infezioni batteriche secondarie.
Forme blande: l’animale si riprende in pochi giorni.
I sierotipi hanno diversa patogenicità. Il sierotipo 2 è il più patogeno.
Nei bovini la forma clinica è rara (1:1000), se si ammalano hanno forme molto lievi.


Lesioni anatomopatologiche
Lesioni superficie cutanea: iperemia e emorragie.
Regione della testa:
     Edemi: regione periorbitale, labbra, regione mandibolare e sottomandibolare.
     Emorragie erosioni e necrosi: musello, labbra e gengive, lingua.
     Cianosi: lingua blu
Regione podale: iperemia ed emorragie (cercine coronario), podoflemmatite.
Lesioni muscolari: emorragie, accumulo di liquido gelatinoso di colore giallastro, depigmentazione, necrosi dei muscoli del collo, dorso e quarto posteriore con conseguente calcificazione. Le lesioni si manifestano come sintomatologia clinica 2 o 3 settimane dopo la fase acuta, quando l'animale mostra cachessia, torcicollo e difficoltà deambulatorie.
Lesioni anatomopatologiche:
     congestione ed edema polmonare;
     emorragie petecchiali parenchimali;
     idrotorace, idropericardio ed emorragie subpericardiche;
     emorragie alla base dell’arteria polmonare (lesione più frequente);
     ingrossamento ed edema perinodale dei linfonodi faringei, cervicali e toracici;
     ulcerazioni nelle mucose  dell’apparato digerente e respiratorio;
     coagulazione intravasale disseminata (CID) per reazione dell’organismo;
     zone emorragiche presenti nell’omaso;
     splenomegalia.
Lesioni congenite ovini:
     gravidanza iniziale: idrocefalo;
     gravidanza intermedia: formazione di cisti cerebrali;
     gravidanza tarda: encefaliti a focolai.
Bovini:
     gravidanza iniziale: riassorbimento embrionale o aborto;
     ultimi tre mesi di gravidanza: nessuna lesione.

Effetti della vaccinazione
Agenesia cerebrale sui feti.

Effetti del vaccino monovalente BTV2
Alcuni soggetti non hanno prodotto Ac, hanno stesso andamento di challenge (infezione) di animali non vaccinati.
Gli animali vaccinati che hanno prodotto Ac non manifestano viremia in seguito a challenge → l’animale può dunque essere considerato protetto.
Nei bovini vaccinati con vaccino bivalente (BTV2 e BTV9) non si è riscontrata una diminuita produzione di latte o alterazione della consistenza in proteine e grasso.
Negli ovini c’è una diminuita produzione di latte pari a circa il 30% per una settimana, con alterazione della lana.

Diagnosi differenziale
Ectima contagioso: da edema ed emorragia sulla lingua, congiuntiva e cavo orale. Diversamente dalla Blue Tongue, l’Ectima Contagioso ha una morbilità molto più alta.

Diagnosi di laboratorio
Pecora:
     inoculazione → dopo 3 gg è presente il virus nel sangue;
     dopo 7 gg compare la febbre;
     per 50 gg il virus è presente nel sangue;
     dopo 5 gg si rilevano gli Ac;
     dopo 10 gg l’animale è positivo alla sieroneutralizzazione.
Per isolare il virus è necessario isolare il virus.
Diagnosi diretta
Animali in vita: sangue con anticoagulanti.
Animali morti: milza, linfonodi, feti abortiti e cervello.
Animali morti da tempo: midollo osseo delle ossa lunghe.
I campioni devono essere mantenuti a 4 °C, e congelati a -70 °C (mai a -20 °C).
Si esegue prima l’isolamento virale e poi l’immunofluorescenza:
     su uova embrionate e colture cellulari di vertebrati (VERO – BHK 21).
Dopo il passaggio su linee cellulari si effettua l’immunofluorescenza.
L’evidenziazione dell’Ag virale si esegue con:
     ELISA diretta;
     Immunofluorescenza diretta;
     PCR per distinguere il ceppo vaccinale dal ceppo di campo;
     Microscopia elettronica;
     Clonazione, sequenziazione e caratterizzazione genetica (per distinguere, ad esempio, ceppi italiano da quello greco, vedere se il virus presente in Italia è quello greco).
Ceppi italiani, sud africani e della Corsica hanno una somiglianza del 100%.
Diagnosi indiretta
Siero prelevato in fase acuta dopo 15 gg:
     FdC (non è più usata dal 1982);
     Agar immuno-diffusore (poco specifico, sono possibili cross-reazioni con altri Orbivirus);
     ELISA con Ac monoclonali che si legano a VP7, è la tecnica usata oggi, ma non dà informazioni sul sierotipo.
Per conoscere il sierotipo si deve usare la sieroneutralizzazione: si usano Ac sieroneutralizzanti che si legano a VP2. questa è una prova molto sensibile e molto specifica. È molto importante conoscere il sierotipo, per l’epidemiologia e la profilassi vaccinale.

Epidemiologia
Essendo una malattia trasmessa da vettori, sono da tenere in considerazione numerosi fattori.
I bovini, avendo una lunga viremia, mantengono il virus nel territorio permettendo l’endemizzazione.
Patogenesi nel bovino
Inoculazione del virus, passaggio nel sangue, localizzazione nei linfonodi locali, 1° viremia con passaggio in organi bersaglio,
2° replicazione nella milza e linfonodi (nelle cellule del sistema reticoloendoteliale, anche a livello dei polmoni).
2° viremia (dura 60 gg nei bovini, 30 gg negli ovini), tale fase è legata ai globuli rossi (metodo del virus per facilitare la sua prensione dai culicoides, diventando così in grado di poter essere trasferito in altri animali recettivi).
Quando termina la viremia (virus nel sangue), l’animale non è più un rischio epidemiologico per la trasmissione.
Vettore biologico
Culicoides (1-2 mm), sono dei ditteri. Se ne conoscono più di 1000 specie, ma non tutti sono vettori del virus della Blue Tongue.
I ceppi sono:
     Culicoides inicola: Africa, mediterraneo;
     Culicoides brevitarsis: Australia;
     Culicoides obsoletus: in Italia, il suo ruolo è sospetto, anche perché in Bulgaria si è avuta la Blue Tongue in presenza solo di questa specie.
Il 90% dei culicoides sono ematofagi. È la femmina che punge e si ciba di sangue. Il pasto di sangue avviene ogni 3 gg ed è fondamentale per la maturazione delle uova. Le femmine volano dal crepuscolo a notte tarda.
Habitat: hanno siti di riproduzione diversa a seconda della specie.
Culicoides inicola: terreno umido, fango ed esposte al sole (non è una zanzara, se le uova cadono nell’acqua affogano). È sufficiente un piccolo terreno umido, ricco di sostanza organica, come ad esempio attorno agli abbeveratoi.
Culicoides obsoletus: su materiale organico in zone ombrose.
Dopo il pasto di sangue, il virus può replicare nelle cellule dell’intestino del vettore quando è in grado di attraversare la lamina basale, e tramite l’emolinfa, raggiunge le ghiandole salivari dove si replica.
Periodo d’incubazione estrinseco: tra pasto di sangue infetto ed escrezione del virus con le ghiandole salivari passano circa 1-2 settimane (varia in base al sierotipo, al tipo di culicoides e alla temperatura).
Gli insetti adulti rimangono infettanti per tutta la loro vita (3-4 settimane). A basse temperature (inverno) i culicoides hanno probabilità non note di rimanere “latenti”. Non esistono prove di trasmissione transovarica o transtadiale.
La capacità di svernare da parte del virus, è dovuta alla lunghezza della viremia nei vertebrati.
I culicoides possono spostarsi:
„Ï    Attivamente: max 1-2 Km;
„Ï    Passivamente: venti di superficie > 10 Km, venti e correnti in quota > 100 Km.
Per catturare i culicoides si usa la luce UV con ventola che li succhia in un barattolo con garza, per evitare che entrino insetti più grandi, in stretta vicinanza con gli animali.
Metodi di lotta
Repellenti: non ci sono prodotti di provata efficacia.
Trattamenti ambientali: dati sperimentali scarsi e poco incoraggianti.
Trattamenti antilarvali e lotta biologica: difficile individuare siti di riproduzione; dati sperimentali scarsi e poco incoraggianti.
C. inicola difficilmente entra all’interno degli stabili. Occorrono zanzariere a maglie molto fitte che possono però dare dei problemi d’aerazione.
Ambiente
I fattori che influenzano densità e presenza dei vettori sono:
     Temperatura;
     Umidità;
     Venti;
     Caratteristiche del terreno;
     Altitudine.
Dipende dal tipo di culicoides.
Dal 1998/99 la Blue Tongue si è diffusa nel mediterraneo. La 1° volta al nord (Gran Bretagna), imputabile a VP10, che sembra oggi non più presente. I sierotipi più presenti oggi nel mediterraneo sono: VP2, VP9, VP4, VP16 (in Grecia). Nei paesi dell’est non vi è un sistema di sorveglianza, monitoraggio sierologico. C. inicola è presente in Italia sostanzialmente al centro-sud (in tutte le aree dove è stata ritrovata la presenza del dittero), Baleari e nord Africa. La causa del coinvolgimento delle Isole Baleari, Italia tirrenica, nord Africa in modo omogeneo è relativo a tempeste di sabbia in grado di veicolare il vettore in territori lontani (questo spiegherebbe la diffusione del sierotipo 2).
Blue Tongue in Italia
4 periodi epidemici: 2000 – 2001, 2001 – 2002, 2002 – 2003, 2003 – 2004.
I focolai clinici si sono avuti in Sardegna; Sardegna, Sicilia, Calabria, Viterbo e Grosseto; 9 sospetti in Sardegna, Basilicata e Molise dopo il vaccino.
Quando nel 2000 la Blue Tongue è arrivata in Italia si dovevano abbattere gli ovini infetti, malati, sospetti d’infezione e di contaminazione. Ciò avrebbe portato all’abbattimento di tutta o quasi tutta la popolazione ovina e bovina (è quello che è stato fatto in Inghilterra per la BSE), secondo la direttiva 197. Ciò sarebbe stato inutile, poiché sarebbero comunque rimasti i culicoides infetti e sarebbe dunque stato impossibile ripopolare il territorio e mantenerlo esente dall’infezione.
Anche Francia e Spagna hanno detto no alla Stamping-Out.
L’UE emana la direttiva 200/75 che parla ancora di eradicazione.
Intorno ai focolai bisogna stabilire una zona di protezione (raggio di 100 Km) e una zona di sorveglianza (raggio di 50 Km), in cui si blocca il movimento degli animali. Queste aree sono valide nel caso in cui si effettui lo Stamping-out. Se non si sceglie lo Stamping-out il blocco della movimentazione crea una condizione devastante soprattutto se deve essere fatto in tempi brevi.
Art. 8 Direttiva 2000/75: le zone devono tenere conto dei fattori geografici, amministrativi, ecologici ed epidemiologici.
Il sistema di lotta alle malattie infettive è internazionale (a meno che lo stato non voglia essere escluso dal mercato).
L’Italia per prendere decisioni diverse deve avere l’appoggio dell’UE, e questa della comunità internazionale.
Se si fosse attuata alla lettera la Direttiva 200/75 quasi tutta l’Italia sarebbe stata inclusa nella zona di protezione. Si sarebbe potuto permettere la movimentazione all’interno di tale area per omogeneità, ma dati i piccoli e lontani focolai, rispetto alle aree di protezione, tale politica sarebbe stata controproducente.

Profilassi diretta
Risanamento, stamping-out: prima dell’adozione 2000/75 veniva usata questa politica.

Profilassi indiretta
In Italia l’impiego dei vaccini per il momento non è consentito, anche in considerazione del fatto che quelli eventualmente disponibili (vivi – attenuati) possono causare diversi inconvenienti.
E’ allo studio il possibile utilizzo di vaccini di nuova generazione, più sicuri, attualmente in fase di sperimentazione, che non contengono genoma virale e che conferiscono una buona protezione cellulo – mediata.
Per evitare la diffusione della malattia sul territorio nazionale con varie note del Ministero della Sanità e con il Sistema Nazionale di Sorveglianza per la Blue Tongue (nota Ministero della Sanità pro. 600.6/24461/82N/3903 del 6 ottobre 2000) è stata adottata una serie di misure che hanno interessato, in tempi diversi, tutti i territori dove la malattia è stata segnalata e che a tutt'oggi riguardano le regioni Sardegna, Sicilia e Calabria. Tali misure prevedono:
-Divieto di uscita di animali vivi, ovuli, embrioni e sperma delle specie sensibili.
-Controllo/divieto di tutte le movimentazioni dei ruminanti domestici e selvatici.
Nei territori indenni da malattia sono previsti il rintraccio, seguito da esame clinico degli ovini e caprini introdotti dalle zone colpite e il rintraccio, sequestro ed esame sierologico dei bovini introdotti dalle stesse zone.
In tutti i focolai di malattia presenti sul territorio nazionale si è proceduto all’abbattimento e distruzione di tutti gli animali con sintomatologia clinica.

Vaccinazione degli ovini per limitare le perdite economiche dirette. Vaccinazione di tutte le popolazioni recettive per tentare di ridurre la circolazione virale.
Problemi: copertura ovini; mobilitazione bovini (problema legato non alla malattia ma all’infezione).
Vaccinando solo ovi-caprini non si riduce la circolazione virale. La vaccinazione di almeno l’80% di tutti i ruminanti recettivi, riduce significativamente la circolazione virale.
Occorreva:
„Ï    Ridurre le perdite dirette;
„Ï    Ridurre le perdite indirette: dovute all’infezione e alla circolazione virale (l’UE non ha voluto sostenere economicamente le perdite indirette).
Quindi:
     Vacciniamo ovi-caprini;
     Diminuisce pressione virale complessiva e l’estensione a nuovi territori, rendendo sicuri gli animali immunizzati e permettendone così la movimentazione verso territori liberi.
Adesso è riconosciuto che l’animale immunizzato (da strada o da vaccino) può essere  movimentato.
La zona di protezione viene ridotta a 20 Km.
Esistono 3 tipologie di regioni:
1.    Regioni che hanno vaccinato il 90% della popolazione prima del picco;
2.    Regioni che hanno vaccinato più del 90% dopo il picco;
3.    Regioni che hanno vaccinato < del 70%.
Danni vaccinali
     Infezioni fetali e teratogenicità per vaccinazione nel 1° terzo di gravidanza.
     Virus presente nel seme durante la viremia, se c’è sangue nel seme.
     Aborti.
     Infezioni della mammella negli ovini lattazione.
I danni vaccinali si hanno in tutte le vaccinazioni.
Possono essere movimentati animali vaccinati da almeno 1 mese e non più di un anno. Non vale per agnelli e vitelli scolostrati. Possono essere movimentati tutti gli animali che presentano gli Ac.

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